Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Peste suina africana

La peste suina africana è una malattia che colpisce i suini domestici e i cinghiali e che non costituisce un pericolo per l’essere umano.
Rientra tra le malattie emorragiche, tra cui ritroviamo anche la Peste Suina Classica, conosciuta dai Ticinesi perché ha colpito i nostri cinghiali negli anni 1998-1999 i cui sintomi e lesioni sono pressoché indistinguibili.

Sia nei maiali sia nei cinghiali il decorso è normalmente breve e mortale. Generalmente passano meno di 10 giorni tra l’infezione e il decesso dell’animale. Un decorso veloce della malattia e una mortalità molto alta si osservano soprattutto nelle fasi iniziali dell’epidemia nei territori dove la PSA arriva per la prima volta. Con il tempo insorgono forme della malattia con decorso più lento e non mortali. 

L’animale malato mostra tipicamente inappetenza (ridotta assunzione di cibo) e una ridotta attività, febbre e sanguinamenti sulla pelle (visibili nel suino domestico ma più difficilmente osservabili nel cinghiale), come pure difficoltà respiratoria, secrezioni dalle narici e dagli occhi, talvolta movimenti scoordinati, vomito e/o diarrea sanguinolenta. 

Dopo la morte o l’abbattimento dell’animale, la sindrome emorragica può essere molto evidente negli organi interni: la milza e i linfonodi sono ingrossati ed emorragie puntiformi o soffuse possono essere presenti pressoché in tutti gli organi.

Il decesso è molto frequente e può verificarsi in modo improvviso (entro poche ore) o entro 1-2 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi. È importante sottolineare che, soprattutto in casi di malattia iperacuta e di rapido decesso, potrebbe non osservarsi alcuna lesione evidente negli organi dei soggetti trovati morti.